L’ortodonzia, anche chiamata ortognatodonzia, è quella particolare branca dell’odontoiatria che studia le diverse anomalie della costituzione, sviluppo e posizione dei denti e delle ossa mascellari. L’ortodonzia ha lo scopo di prevenire, e correggere tali anomalie producendo miglioramenti della funzione masticatoria e favorevoli cambiamenti estetici del viso e del sorriso e spesso della respirazione e della pronuncia.
La visita di uno specialista ortodontista, dovrebbe rientrare tra quelle effettuate, di routine, nei bambini in crescita perchè spesso è possibile prevenire problemi futuri, ben più seri ed economicamente più impegnativi da affrontare… Consigliamo di effettuarla dai 3 ai 6 anni, quando tutti i denti da latte sono ancora presenti in bocca ma sopratutto non dovrebbe coincidere con la necessità di eseguire un trattamento. La prima visita infatti deve essere un momento piacevole e vissuto senza paura, per instaurare un buon rapporto con il dottore e il nostro studio che è stato concepito per accogliere soprattutto I bambini.
Possiamo distinguere diverse fasi del trattamento in funzione dell’età in cui questo venga iniziato.
Età infantile: terapia intercettiva
– interviene nella fase di dentatura mista ( presenza di denti decidui e permanenti tra i 5 ed i 9 anni) utilizzando apparecchi fissi e mobili Lo scopo è di guidare lo sviluppo delle ossa mascellari e quindi l’eruzione dei denti permanenti nella loro posizione corretta . Per questo motivo è importante effettuare precocemente una visita ortodontica, per “intercettare” qualsiasi problema a carico dell’apparato stomatognatico.
Adolescenza: terapia ortodontica propriamente detta
– si interessa dell’allineamento dentale utilizzando apparecchiature di tipo fisso ( brackets) che possono essere di varie tipologie.
Il trattamento intercettivo facilita notevolmente questa fase in quanto predispone al corretto rapporto delle arcate dentarie, alle creazione degli spazi sufficienti per l’ allineamento dentale ed elimina le interferenze muscolari e della articolazione della bocca, che possono ostacolare il trattamento o predisporlo ad una recidiva.
Età adulta: In ortodonzia si parla di adulto quando la dentizione permanente è ormai completa e la crescita staturale e cranio-facciale è terminata
L’obiettivo in questa fase non è solo l’allineamento dei denti ma sopratutto la creazione di contatti ideali fra le arcate superiore ed inferiore per migliorare le problematiche funzionali, che coinvolgono la salute gengivale, le articolazioni temporo mandibolari e la muscolatura masticatoria a volte, quando la crescita è terminata e quando la malocclusione è dovuta ad una malformazione delle ossa mascellari, l’ortodontista realizzerà la terapia in collaborazione con il chirurgo ortognatico, specialista di una chirurgia del distretto maxillo-facciale. La chirurgia ortognatica si propone obiettivi sia funzionali che estetici perché da una parte corregge l’occlusione dentaria conseguendo una migliore funzione masticatoria e respiratoria e dall’altra normalizza l’aspetto estetico del viso migliorando l’armonia tra le differenti componenti facciali.
Apparecchiature mobili
La domanda che per prima viene posta dal paziente è: “Dica, dottore, mi metterà un apparecchio fisso o mobile?”. Sembra esserci una netta preferenza per l’uso delle apparecchiature mobili. Questo perché si pensa di poterne fare un uso limitato nel tempo, per esempio solo la notte, e così evitare l’imbarazzo di “farsi vedere” con l’apparecchio. Inoltre c’è l’idea comune, purtroppo anche da parte di qualche dentista, che gli apparecchi mobili siano meno impegnativi e più indicati per l’età infantile.
Entrambe queste idee sono sbagliate. La forza sui denti deve essere applicata in modo continuo, altrimenti nel periodo senza apparecchio si perde la posizione ottenuta nel periodo con l’apparecchio. E’ quindi chiaro che, così si perde il vantaggio estetico dell’apparecchio mobile. Inoltre potendo togliere l’apparecchio, il paziente, tende a dimenticarsi di rimetterlo perdendo così la possibilità di avere un buon movimento dei denti, cosa già di per se difficile con le apparecchiature mobili. Questo comporta uno spreco di tempo da parte del paziente, di soldi da parte dei genitori, con pochi o nessun risultato reale, tant’è vero che spesso si fa seguire all’apparecchio mobile, l’uso di un apparecchio fisso.
Non è vero, poi, che l’uso delle apparecchiature fisse sia particolarmente impegnativo e poco adatto nei bambini. Anzi, potendo evitare la collaborazione necessaria per le apparecchiature mobili, quelle fisse offrono un risultato più certo con meno impegno da parte di genitori e pazienti.
Apparecchiature fisse
Con questo termine s’intende l’insieme di elementi fissati ai denti, tecnicamente attacchi o brackets ed archi di filo in acciaio o materiali simili. Questo insieme consente di avere un pieno controllo dei movimenti dei denti, con poco o nessun impegno da parte dei pazienti. Nell’opinione comune gli apparecchi fissi presentano alcuni svantaggi, rispetto a quelli mobili.
Proviamo a paragonarli:
– Estetica sgradevole: è semplicemente dovuta al fatto che l’apparecchio mobile può essere rimosso, ma come abbiamo visto l’apparecchiatura funziona solo quando è in bocca, quindi va portata sempre e non è esteticamente più gradevole di quella fissa.
– Dolori ai denti e fastidio alla gengiva: i denti, all’inizo del trattamento sono indolenziti, questo vale per entrambe le apparecchiature, l’apparecchio fisso, all’inizio può irritare le guance, più che la gengiva, ma si tratta di un fenomeno transitorio e ben controllabile.
– Facile formazione di carie: le carie non vengono determinate dal tipo di apparecchiatura ma dal ristagno di placca, (sporco), sui denti. Se chi usa l’apparecchio, di qualunque tipo, si lava correttamente, non avrà mai carie.